Perché studiare medicina

perché studiare medicina

La mia passione per la medicina nasce a sei anni in una libreria nel centro di Cremona.

Mentre giravo tra gli scaffali, i miei occhi si sono posati su un libro illustrato del corpo umano. Da quel momento, la mia curiosità per l’universo che risiede dentro di noi è scattata. Ero certo: volevo diventare un medico.

Con il tempo, e grazie all’influenza positiva di mia madre che lavorava come infermiera in
pediatria, questo sogno è diventato una vera e propria ambizione di vita.
Il mio primo anno come studente di medicina è stato segnato dall’esplosione della pandemia di
Covid-19, durante la quale i pazienti sono stati isolati, separati dalle loro famiglie per rispettare le
necessarie restrizioni. Questo evento mi ha fatto comprendere che la medicina è una scienza che
non può scindersi dall’empatia umana.
L’esperienza della pandemia mi ha fatto riflettere sulla necessarietà della compassione, fondamento
della pratica media. Ma cosa significa davvero essere compassionevoli?
La parola stessa deriva dal
latino cum patior che significa “soffro insieme”.
Essere medico significa condividere il peso della sofferenza del paziente e comprenderne le angosce e i timori più profondi. Significa stabilire un legame autentico che si basa sulla fiducia reciproca, un legame grazie al quale il paziente si senta sostenuto.

Lo studio della medicina è una sfida che richiede dedizione totale. Le ore trascorse immersi nei libri,
cercando di assimilare concetti così lontani dalla conoscenza accumulata durante gli anni di
istruzione superiore, possono risultare estenuanti. La vita sembra dividersi in due parti: da un lato,
permane la persona che sei sempre stata; dall’altro emerge lo studente di medicina desideroso di
raggiungere i suoi obiettivi. Conciliare queste due realtà non è un compito facile, soprattutto
considerando che questo percorso spesso implica rinunce a momenti che in passato si davano per
scontati.

Ciò non significa che il percorso verso la laurea in medicina implichi la perdita della propria identità;
al contrario, la arricchisce. Permette di sviluppare una nuova versione di sé stessi e di creare una
rete di relazioni diversa all’interno di quello che è il mondo universitario e quello dell’ospedale.
Attraverso i tirocini, si ha l’opportunità di ascoltare le storie dei pazienti, di confrontarsi con
professionisti esperti e di ampliare la propria visione del mondo. Inoltre, in questi anni si ha il
privilegio di incontrare altri studenti, potenziali futuri colleghi, che renderanno l’esperienza ancor più gratificante.
Ciò che mi motiva maggiormente in questo percorso è il suo carattere graduale. La passione che
nutro per la montagna trova un parallelo nell’approccio allo studio della medicina: è come intraprendere un’ardua escursione.
All’inizio il corpo e il respiro devono adattarsi al ritmo del cammino, la fatica è tanta e non è raro
chiedersi se non sarebbe stato più comodo stare tranquilli a casa. Passo dopo passo, però, si
comincia a notare il paesaggio cambiare e si apprezza la bellezza che ti circonda.

Infatti, l’intensità della passione per la medicina non è sempre continuativa. Questo percorso
universitario è particolarmente lungo, perciò è comune affrontare momenti di crisi in cui ci si
vorrebbe solamente arrendere.
Lo studio della medicina è un progressivo accumulo di conoscenze: nei primi anni, ci si confronta
con un insieme di nozioni che possono sembrare disordinate, ma col passare del tempo si inizia a
tessere una trama che lega i diversi argomenti e la tela inizia a prendere forma.
Poi arriva quel giorno, magari durante un tirocinio o ascoltando la storia di qualcuno, in cui si riesce
a formulare tra sé e sé la prima diagnosi accurata. È in quel momento che si comprende che la vetta
non è così lontana, che l’impegno costante verrà ripagato e il panorama che ti aspetta sarà
mozzafiato.

Studiare medicina non è solo un percorso di formazione universitaria, ma è l’opportunità di riscoprire sé stessi, di esplorare la complessità del corpo umano, di porsi al servizio della comunità, di fare la differenza nella vita delle persone ogni giorno.
Che tu sia mosso dalla passione per la scienza, dalla vocazione alla cura oppure dalla volontà di fare
la differenza nel mondo la strada della medicina offre molteplici opportunità.
Da studente del quinto anno vi dico di perseverare, di credere in voi stessi soprattutto nei momenti
di difficoltà
, perché ogni sfida superata è un passo in avanti per realizzare un sogno più grande:
quello di diventare medico.

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