Borsa di studio Edizione 2017

studenti universitari in aula

Consegnate le borse di studio intitolate a Vanni Adami
Premiati tre studenti di medicina

Assegnata la Borsa di Studio intitolata al Dr. Vanni Adami. La cerimonia di consegna si è svolta sotto la guida della Dr.ssa Carla Fiorentino, presidente della sezione di Cremona della Lega Italiana per la
Lotta ai Tumori, sabato 24 giugno.

I classificati

Andrea Ardigò. Vincitore.

Ultimo anno di medicina a Padova, in procinto di avviare un’esperienza a Londra nel settore della cardiochirurgia pediatrica.

Francesca Mondini. Secondaclassificata.

Università di BS. Ultimo anno. Sta lavorando su una tesi in Urologia ambito chirurgico (robotica).

Maria Chiara Rizzi. Terza classificata.

Assente, rappresentata dal fratello, perché attualmente nel Laos per un’esperienza di ricerca in campo infettivologico.

Il senso della borsa di studio è quello di aiutare e la scelta dei criteri della selezione è andata nella direzione di ripercorrere la vicenda biografica del dott. Adami, il cui percorso universitario è stato difficoltoso ma affrontato con grande caparbietà.

Così viene ricordato il Dr. Vanni Adami dalle persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene: «… la vita del dr. Vanni era sempre così, dedita alla Medicina, a disposizione, soprattutto dei “piccoli e dei semplici”, di tutti quelli che gli chiedono qualcosa, un consiglio, un aiuto.

Atteggiamento schivo, serio, silenzioso. Molto attento ad ogni particolare ed assai preciso.
Cuore grande e generoso. Sempre preoccupato di non disturbare.
Uomo riflessivo e profondo, ma semplice nei modi. Uomo di altri tempi. Nel suo studio di via Buoso da Dovara 45 ha condiviso per anni tanti rapporti e vicende umane proprio fino all’insorgere repentino della malattia, nel luglio 2015. Numerosi suoi pazienti lo hanno seguito da vicino e da lontano in svariati modi, anche con scritti molto affettuosi che lo hanno confortato e sostenuto.
Non è stato possibile riportargli la salute, ma il sorriso sì!

L’amore grande per la sua famiglia lo ha dimostrato sempre con grande senso di responsabilità in ogni momento, nel bene e nelle difficoltà. Ora il vuoto fisico” parlerà di lui attraverso i ricordi».

Così lo ricorda la figlia: «… se questa cosa può assumere un senso, allora è nella possibilità
di imparare qualcosa da Vanni ‐ sono certa che lui non approverebbe questa “docenza”, ma
tant’è. Questo voglio condividere con voi: finché c’è tempo, finché c’è respiro, impariamo un po’ di più a fermarci, ad osservare, ad ascoltare , ad andare all’essenza. Primo.
Secondo: ad affrontare a testa alta le botte della vita. Senza fuggire da esse, ma senza nemmeno aggredirle di petto. A guardarle in faccia e ad accettarle, crescendo un po’ ogni volta.
Terzo: ad elargire delicatezza e rispetto degli altri.
Ad acquisire e distillare un po’ di quella magninimità che aveva Vanni. Perché magnanimo, etimologicamente, significa dall’animo grande. E al giorno d’oggi, persone così sono rare».

Qui trovi l’articolo pubblicato da Mondo Padano, il 30 giugno 2017.

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